La Ragazza Dai Capelli Di Fiamma by De Robertis Carolina

La Ragazza Dai Capelli Di Fiamma by De Robertis Carolina

autore:De Robertis, Carolina [De Robertis, Carolina]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788811670667
editore: Garzanti
pubblicato: 2011-12-31T23:00:00+00:00


8 - NETTARE E VELENO

Pensavo davvero di andare a lezione. Sul serio. Ma alla fine non ce la feci a uscire di casa. Non riuscii nemmeno a fare la doccia. Lessai le zucchine per Lolo e tornai in salotto. Sigarette per colazione. Ero di nuovo a corto di sigarette. Com'era possibile?

Il tappeto era rovinato. Aveva assorbito da parte a parte la strana acqua del mio ospite e puzzava di frutta in decomposizione. Cercai di visualizzarmi nell'atto di spiegarlo ai miei genitori, quando fossero tornati: Mi dispiace, il vostro bel tappeto persiano è andato, è che in questi giorni ho ospitato un fantasma, o per meglio dire un desaparecido ricomparso. Sì, lo so, chi l'avrebbe detto... ma comunque non c'è una logica interna nella ricomparsa di ciò che è scomparso? Non è così che fanno anche le chiavi e i calzini spaiati? Se non si può spiegare in che modo una cosa è scomparsa, perché la sua ricomparsa dovrebbe sottostare alle leggi della ragione? E anche la ragione, in fondo, cos'è mai? Non è sempre stata usata per giustificare lo sfruttamento di... sì, sì, chiedo scusa, non volevo litigare, stavamo parlando del tappeto. Del vostro tappeto. Temo sia andato. Potreste sempre dire che è sparito.

E questa non era che la versione più semplice, il modo in cui le cose avrebbero potuto ragionevolmente svolgersi se il fantasma se ne fosse andato prima del loro ritorno, di lì a quattro giorni. E se invece fosse stato ancora lì? In effetti non dava segno di volersene andare. E io non avevo la più pallida idea di come spiegare la sua presenza, ma soprattutto non sapevo come avrei impedito a mio padre di sgozzarlo. Mi sembrava di vederlo, con quell'espressione sul viso e un coltello da cucina, o quello che avrebbe potuto comunque fare con quelle mani bene addestrate... anche se ovviamente non ci sarebbe riuscito, perché i fantasmi non si possono sgozzare. Che risultato avrebbe ottenuto con i suoi tentativi? Mistero. Il futuro era avvolto nel mistero. Non sapevo proprio cosa avrei fatto quando i miei fossero tornati. Mi sforzavo di immaginare il momento, ma non riuscivo a focalizzarlo. Due vaghe figure si bloccavano sulla soglia del salotto, le facce imperscrutabili. Poi una delle due lanciava un grido, seguito da un fiume di parole ingarbugliate in cui distinguevo solo “Perla” e “casa nostra” e l'intonazione crescente di un punto di domanda. A quel punto sarebbe toccato a me parlare, rispondere alla domanda che non avevo capito, ma non riuscivo a immaginare di poter formulare parole coerenti, mi vedevo aprire la bocca per parlare ma ne usciva solo un fiotto d'acqua, com'era successo al fantasma il giorno in cui era arrivato.

Ovviamente erano solo fantasie ridicole. Che non mi avvicinavano di un passo all'ideazione di un piano concreto, assolutamente necessario, certo, ma che non riuscivo a elaborare. La parte pragmatica del mio cervello si era come sfaldata, il suo ordine preciso smantellato da frotte di pensieri che vociavano per essere notati, toccati, visti. Ma non potevo toccarli tutti.



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